• 16 Novembre 2017 /  adolescenti, bambini, disagio, emozioni

    “Tutto quello che è comodo è stupido, scrivetelo nella camera dei vostri ragazzi. E una scuola che non boccia è una scuola marcia”. Lo psichiatra Paolo Crepet parla dei danni che gli adulti e la scuola fanno ai nostri ragazzi.

    “Una scuola che non boccia è una scuola marcia. Un quattro in un’interrogazione è per uno studente un’esperienza mistica. E invece…”. E invece “stiamo costruendo una società in cui gli adulti vogliono il male di coloro che hanno messo al mondo. La vera trasgressione oggi è studiare, fare le cose fatte bene”. E invece? E invece “un professore universitario mi ha appena detto che i libri di più di 400 pagine non devono passare. Vuol dire che abbiamo già detto ai nostri figli che non ce la faranno mai”. Non usa mezzi termini lo psichiatra Paolo Crepet, durante la presentazione del suo ultimo libro intitolato “Il coraggio”, edito da Mondadori, per descrivere la gravissima situazione in cui versano le più giovani generazioni.  Continua a leggere »

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  • Dott.ssa, lei è una Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, puo’ spiegarci di cosa si tratta?

    panicoLa Psicologia, si occupa dei problemi emotivi e della percezione di sé e del mondo ormai da più di 100 anni e ancora prima se ne occupavano i filosofi. Possiamo dire che un approccio teorico efficace alla gestione dei problemi emotivi – in generale quindi alle psicopatologie – coincide con la comparsa e la diffusione, nel mondo della psicologia, del modello cognitivo comportamentale (Cognitive Behavioral Therapy CBT), negli anni Sessanta.

    Tale modello postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (che possiamo definire disfunzionalità emotive) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora.

    Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono da tempo e che certamente abbiamo costruito nel tempo. Mi preme quindi sottolineare, che la CBT non è indifferente al passato e alla narrazione del paziente, sono piuttosto le tecniche che agiscono sul qui e ora. Continua a leggere »

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  • di Riccardo Dalle Grave –  Aidap Verona

    La classificazione DSM-IV dei disturbi dell’alimentazione include tre categorie diagnostiche principali: anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati (NOS) (American Psychiatric Association 1994). Il sottopeso è un criterio diagnostico chiave dell’anoressia nervosa ma può essere presente in un sottogruppo di persone con disturbi dell’alimentazione NOS es. quelle che soddisfano tutti i criteri dell’anoressia nervosa ad eccezione del criterio amenorrea (Dalle Grave et al. 2008b) oppure che non riportano un’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo (Dalle Grave et al. 2008c). La marcata perdita di peso e la restrizione dietetica calorica, cioè un persistente introito calorico inferiore al dispendio energetico, persistente può anche essere presente in persone con disturbi dell’alimentazione non sottopeso con bulimia nervosa o disturbo dell’alimentazione NOS e una storia personale di obesità (Dalle Grave et al., 2011). Continua a leggere »

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  • E’ morta in dicembre, a soli 28 anni, la modella e attrice francese Isabelle Caro, malata gravemente di Anoressia, famosa per aver posato nuda in uno spot anti-anoressia di Oliviero Toscani .
    L’immagine della Caro, che pesava solo 31 chili per 1 metro e 65, nelle foto di Toscani aveva fatto molto discutere in quanto ritenuta troppo esplicita e scioccante, tanto che il giurì per la pubblicità aveva vietato la campagna. In realtà scioccante è la malattia, crudele e feroce è l’anoressia perchè può portare alla morte. Fortunatamente i casi estremi, così gravi che hanno questo epilogo sono una minoranza. Sono molti invece i casi di ragazze/ donne con disturbi alimentari che possono trovare la guarigione. Continua a leggere »

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  • 8 Marzo 2010 /  Modena.appuntamenti

    Le tradizioni parlano della nostra storia, di noi. Come ogni anno la famiglia Pavironica traccia il riassunto di un anno dei modenesi, dal palazzo municipale, il giovedì grasso… Sandrone racconta, e i modenesi ascoltano fra gli schiamazzi dei bambini a festa per il carnevale, lasciandosi andare a qualche sorriso in più e sperando in un anno migliore!

    SANDRONE: Mla società del Sandrone - Modenaudnés ed Mòdna, Zemian d’indicazione geografica tipica, lavurador ch’avî trasfurmèe ‘sta tèra paludosa in ‘na pianura pina de storia e cultura, dvinteda in dal teimp patria dal turtlein, dal zampoun, dal lambrósch e dl’asê balsamich, terra di motori, cun ’na catedrel patrimonio dell’umanita’, mèdra ed Tassoni, Ferrari, Pavarotti e Pighi, a-v salut tótt quant in masa.
    A-v dirò che incô, rivand chè in piaza, a m-è gnû subét al magoun. A cherdiva ed vàdder la nostra Ghirlandèina desvistida, dato che i s’avìven impruméss che in dû an i l’avreven sistemèda, e invece a l’ho catèda cun ancàrra adòs al camisòt, che tra l’altro l’avrev anch bisàgn ed ‘na trata sò ed bughèda.

    Ma a-n vói tachèr cun dla polemica, vést che st’an a sun ed boun umor perchè la mê societè, la Societè dal Sandroun la cumpés 140 an. Difati l’è stê in dal 1870 che per la prémma volta al buratinèr Giulio Preti, detto Gióli, al trasfurmé Sandroun da buratèin in un Sandroun in chèrna e òs. Al rivé propria chè, in Piaza Granda, desgnand da Córs Vitòri sovra un car da cuntadein tirèe da quater bô chi éren ‘na meravia, dai bô a sàm passèe ai cavai, e po’ speram ed fermeres chè…. Continua a leggere »

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  • 27 Marzo 2007 /  rassegna stampa
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    Un giovane di 30 anni, a 30 anni dalla grande riforma si appassiona alla questione dei matti e del manicomio, mette in piedi una ricerca, costruisce un libro ed un video e infine canta la storia di Antonio e Margherita. Antonio dal manicomio scrive una bella lettera d’amore, tenera e umana. Lettera che non partirà mai. Resterà, come allora era uso e regola, nella cartella clinica. Chi è matto, ovvero, a chi una malattia mentale ha tolto ogni cosa e alla fine anche qualsiasi possibile senso ai suoi gesti, ai suoi pensieri, alle sue emozioni, ai suoi sentimenti, alla sua vita, chi è matto, dicevo, non può amare, odiare, desiderare. Qualsiasi cosa egli faccia o dica non è altro che espressione della sua malattia, del suo eccesso o del suo difetto.
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  • 13 Dicembre 2005 /  Modena.appuntamenti

    A un anno dalla scomparsa, è nata a Modena una fondazione intitolata a Ermanno Gorrieri, partigiano, parlamentare, intellettuale cattolico esperto di politiche sociali, ministro del lavoro. gorrieri

    La Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali, e’ stato spiegato, intende perpetuare la memoria del ruolo dello studioso nelle diverse fasi dello sviluppo civile e sociale della comunita’ modenese, regionale e nazionale, nella storia del cattolicesimo democratico e nella ricerca sociale: verranno approfondite le idee e gli studi di politica sociale di Gorrieri, ”secondo una metodologia intesa a produrre conoscenze e proposte per l’intervento politico-legislativo in una visione della politica sociale finalizzata all’uguaglianza”.
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