• 18 Febbraio 2006 /  ansia, depressione, psicoterapia

    La Terapia Razionale Emotiva – RET si basa sulle seguenti supposizioni:

    a) ciò che un individuo dice a se stesso, ha un valore determinante nella sua condotta

    b) il metodo consiste in uno strumento per la modifica di tali verbalizzazioni

    La Terapia Razionale Emotiva (RET), è una terapia cognitivo-comportamentale  basata sull’idea che tanto le emozioni, quanto i comportamenti, siano il prodotto delle convinzioni di un individuo e della sua interpretazione della realtà (Ellis, 1962). La meta principale della RET consiste nell’assistere il paziente nell’identificazione dei suoi pensieri irrazionali e dei disturbi, aiutarlo a rimpiazzare tali pensieri con altri più “razionali” o reali, che gli permettano di raggiungere con più efficacia obiettivi di tipo personale, quali essere felice, stabilire relazioni con altre persone, ecc… (Ellis y Dryden, 1987).La RET è stata fondata da Albert Ellis nel 1955, ma continuò a consolidarsi fino al 1962. Da un punto di vista fìlosofico, la RET si riallaccia a due correnti antiche: la filosofia orientale, con Buddha e Confucio, che afferma “Cambia il tuo atteggiamento e potrai cambiare te stesso”, e quella dei filosofi greci e romani come Epicteto y Marco Aurelio (Vedi: Susuki, 1956 e Watts, 1959-1960, citati da ElIis, 1980), che evidenziarono l’importanza della filosofia individuale nel disturbo emozionale. Millenni fa hanno dato origine alla prospettiva cognitiva, enunciando così l’ABC della RET.

    Il quadro fìlosofìco della RET si basa principalmente sulla premessa che: “il disturbo emotivo non è creato dalle situazioni, ma dalle interpretazioni di tali situazioni” (Epicteto, I sec. d.C., citato da Lega, 1995). In un’intervista fattagli da Leonor Lega (1995), Ellis afferma quanto segue: “Il postulato che sostiene ‘non ci preoccupano le cose, ma la visione che abbiamo di esse’, è diventato la base di ciò che più tardi è stata la RET, come la descrivo nel mio libro Ragione ed Emozione in Psicoterapia. Sono stato anche influenzato da filosofi più recenti come Kant e dai suoi scritti sull’importanza delle idee, e da persone come Russel, dal quale è derivata l’idea di usare metodi empirici della scienza e della logica nella pratica della RET” (ElIis, 1989, citato da Lega, l995). Dal punto di vista psicologico Ellis è stato anche influenzato da Karen Horney, Alfred Adler, e da Watson. Il modello ABC, usato dalla RET per spiegare i problemi emozionali e determinare l’intervento terapeutico per aiutare a risolverli, ha come fulcro principale il modo di pensare della persona, la maniera in cui il paziente interpreta il suo ambiente, e le connessioni e le convinzioni che ha sviluppato su se stesso, sulle altre persone e sul mondo in generale (Ellis, 1975). Quando tali interpretazioni o convinzioni sono illogiche, poco empiriche o rendono difficile il raggiungimento delle mete stabilite dal paziente, sono chiamate “irrazionali”, giacché la persona ragiona male ed arriva a conclusioni errate. Se accade il contrario, nelle sue interpretazioni ed inoltre nella sequenza scientifica e logica tra le premesse e le conclusioni, le convinzioni della persona sono “razionali”, giacché il ragionamento è corretto e la filosofia basilare di quella persona è funzionale (Ellis, 1982). Continua a leggere »

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