• 21 Dicembre 2018 /  amore, emozioni, rassegna stampa

    La lezione di Bauman sulle relazioni moderne Schiavi del sistema, viviamo nella mera illusione di poterlo padroneggiare. Instabili economicamente, lavorativamente, emotivamente, viviamo nella perenne incertezza.

    L’articolo di Frammenti Rivista Di Clarissa Valia 11 Nov. 2018 

    L’esistenzialismo heideggeriano si ripresenta incessantemente ad ogni fallimento, mentre tentiamo di racimolare l’amor proprio, l’autoconsapevolezza e l’autoconservazione al fine di prevaricare gli ostacoli della vita, per proseguire lungo il cammino. amore liquido bauman

    Veleggiamo su acque increspate dal caos, nel’illusione del potere, sommersi dalla disumanizzazione e dall’individualizzazione ego-sistematica. Ci crediamo imbattibili e insormontabili, siamo il centro di noi stessi, ma siamo solo tessere di un puzzle più grande di noi.

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  • 30 Novembre 2010 /  ansia, rassegna stampa

    Uno studio in Gran Bretagna dimostra come il “me time”, il tempo che dedichiamo a noi, sia in vertiginoso calo. “Colpa di una società sempre più competitiva”.

    LONDRA – Se non avete il tempo di leggere questo articolo, siete scusati. Anzi, siete normali: l’uomo e la donna d’oggi non riescono più a uscire dal ciclo lavoro-casa-famiglia. Sono sempre occupati a fare qualcosa per gli altri, e hanno sempre meno possibilità di fare qualcosa per se stessi. Il “me time”, il tempo “per me”, è in precipitoso declino: tra il 2005 e il 2010 è calato di otto ore e mezza a settimana. Ne rimane poco, pochissimo. Continua a leggere »

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  • 9 Maggio 2010 /  ansia, depressione, rassegna stampa, star bene

    da Repubblica.it SCIENZE

    Una nuova ricerca realizzata insieme dalle università di Warwick e Napoli smentisce antiche certezze: “riposare” troppo fa male alla salute

    SLEEPINGLONDRA – Dormite da sei a otto ore per notte, se volete aumentare le probabilità di avere una lunga vita. E’ il verdetto di uno studio sul sonno condotto congiuntamente da un team di scienziati della University of Warwick in Inghilterra e dalla facoltà di medicina dell’università di Napoli in Italia. Il rapporto, pubblicato sulla rivista britannica Sleep e anticipato stamane dal quotidiano Daily Telegraph, afferma di avere trovato “prove inequivocabili” che collegano la privazione del sonno a un deterioramento della salute e a una morte prematura. Ma anche dormire troppo fa male, avverte lo studio, anzi è un campanello d’allarme ancora più pericoloso che dormire troppo poco. Continua a leggere »

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  • La meditazione, producendo un ispessimento della corteccia cerebrale, aiuta a non sentire il dolore

    da Corriere della sera – salute.

    La meditazione, producendo un ispessimento della corteccia cerebrale, aiuta a non sentire il dolore

    (Contrasto)

    MILANO – La meditazione zen cambia la struttura della corteccia cerebrale, al punto da rendere chi la pratica meno sensibile al dolore. È il risultato di uno studio pubblicato su Emotion , una delle riviste dell’American Psychological Association. A condurre gli esperimenti, un gruppo di ricercatori dell’Università di Montreal guidato dal dottorando Joshua A. Grant. Il team ha valutato la sensibilità al dolore causato da una sorgente di calore in 17 cultori dell’antica pratica orientale e 18 persone che non l’avevano mai praticata. Il passo successivo è stata l’analisi della struttura del cervello dei due gruppi con la risonanza magnetica. Oltre a una maggiore capacità di sopportazione in quanti praticavano la meditazione, «abbiamo scoperto una relazione tra lo spessore di alcune aree della corteccia cerebrale e la sensibilità al dolore. Chi si dedicava a questa pratica, in particolare, aveva un maggiore spessore nella corteccia cingolata anteriore dorsale e nella corteccia somatosensoriale secondaria», ha illustrato Grant, che già in un precedente studio aveva analizzato la capacità di sopportare il dolore di adepti zen con più di mille ore di pratica. Era emerso che, mediamente, tolleravano una temperatura di 53 gradi Celsius sulla pelle, con una riduzione della sensibilità del 18 per cento rispetto alla popolazione generale. Continua a leggere »

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  • 8 Marzo 2010 /  Modena.appuntamenti

    Le tradizioni parlano della nostra storia, di noi. Come ogni anno la famiglia Pavironica traccia il riassunto di un anno dei modenesi, dal palazzo municipale, il giovedì grasso… Sandrone racconta, e i modenesi ascoltano fra gli schiamazzi dei bambini a festa per il carnevale, lasciandosi andare a qualche sorriso in più e sperando in un anno migliore!

    SANDRONE: Mla società del Sandrone - Modenaudnés ed Mòdna, Zemian d’indicazione geografica tipica, lavurador ch’avî trasfurmèe ‘sta tèra paludosa in ‘na pianura pina de storia e cultura, dvinteda in dal teimp patria dal turtlein, dal zampoun, dal lambrósch e dl’asê balsamich, terra di motori, cun ’na catedrel patrimonio dell’umanita’, mèdra ed Tassoni, Ferrari, Pavarotti e Pighi, a-v salut tótt quant in masa.
    A-v dirò che incô, rivand chè in piaza, a m-è gnû subét al magoun. A cherdiva ed vàdder la nostra Ghirlandèina desvistida, dato che i s’avìven impruméss che in dû an i l’avreven sistemèda, e invece a l’ho catèda cun ancàrra adòs al camisòt, che tra l’altro l’avrev anch bisàgn ed ‘na trata sò ed bughèda.

    Ma a-n vói tachèr cun dla polemica, vést che st’an a sun ed boun umor perchè la mê societè, la Societè dal Sandroun la cumpés 140 an. Difati l’è stê in dal 1870 che per la prémma volta al buratinèr Giulio Preti, detto Gióli, al trasfurmé Sandroun da buratèin in un Sandroun in chèrna e òs. Al rivé propria chè, in Piaza Granda, desgnand da Córs Vitòri sovra un car da cuntadein tirèe da quater bô chi éren ‘na meravia, dai bô a sàm passèe ai cavai, e po’ speram ed fermeres chè…. Continua a leggere »

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  • 7 Marzo 2010 /  dipendenze, emozioni, rassegna stampa
    Sono in prevalenza maschi tra gli 11 e i 14 anni. Usano la rete soprattutto per il gioco d’azzardo, attività legate al sesso e per una socializzazione patologica

    GROSSETO – Internet crea dipendenza come l’alcol, il fumo e il gioco d’azzardo. Il 13% degli adolescenti italiani (in prevalenza maschi tra gli 11 e i 14 anni) e’ affetto da I.A.D.

    (Internet addiction disorder) e si ritrovano ad avere sintomi e comportamenti del tutto simili a quelli causati dalle sostanze psicoattive. E’ quanto emerso dal convegno “Naufraghi nella rete. Adolescenti e abusi mediatici”, tenuto a Grosseto e organizzato da U.F. Dipendenze area grossetana in collaborazione con Cesvot e associazione Ofelia, per puntare i riflettori sull’allarme sociale provocato da questa nuova patologia fortemente in crescita in tutto il mondo occidentale.

    LE GIOVANI DONNE CERCANO RIFUGIO NEL CIBO E I GIOVANI UOMINI NEL COMPUTER. In una societa’ sempre piu’ complessa e fagocitante in cui ogni giorno le esperienze e le conoscenze si amplificano, dove i media presentano continuamente nuovi modelli di riferimento, valori e stili di vita alternativi, ecco che emerge negli adolescenti un senso di incertezza, di smarrimento e la necessita’ di trovare il proprio posto. Continua a leggere »

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  • morganSono certa che Morgan non sia il solo cantante che fa uso di cocaina e sono certa che non sia il solo che ha detto di usarla a un giornalista. Mi domando come mai tutto questo sia accaduto a pochi giorni dall’apertura del Festival di San Remo.

    E dunque non se ne può più nemmeno di queste ipocrisie e falsi scoop. Che fastidio e anche un po’ di noia! Non solo perché non credo alle coincidenze e non credo che a Morgan manchino consulenti e professionisti che possano – semmai lui fosse distratto – indicargli cosa e come dire di sé a un giornalista… Fastidio soprattutto che si s-parli di Depressione in questo “malo modo”.

    L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), riferisce che il “male di vivere” si appresta a diventare una delle malattie più pericolose del ventunesimo secolo. La depressione infatti fa oltre 150 milioni di “vittime” al mondo e, dal quarto posto attuale, passerà al secondo nel 2020 tra le malattie che provocano maggiore disabilità e giorni persi di lavoro. Più del diabete, dell’ipertensione, dell’artrite. Ora stiamo parlando di Depressione. Continua a leggere »

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