• Ciao, tu non sai chi io sia ed io non so chi sei tu, ma una cosa ci accomuna. Tempo fa anche io mi sono trovata esattamente dove ti trovi tu ora. Parlarne non è facile, credo non lo sarà mai, perché lo conosco bene il tuo dolore, so bene il male che ti stai facendo, me ne sono fatta tanto anche io e ne ho fatto tanto anche a chi mi stava attorno.

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  • partecipanti all'esperimento 1944

    Gli effetti della restrizione calorica e del basso peso: cosa ci ha insegnato il Minnesota Starvation Experiment?

    A cura di Riccardo Dalle Grave

    Il Minnesota Starvation Experiment è il più importante studio che ha valutato gli effetti della restrizione alimentare calorica e della perdita di peso nelle persone normopeso. Lo studio è stato condotto da Ancel Keys e collaboratori nell’Università del Minnesota (Keys, Brozek, Henschel, Mickelsen, & Taylor, 1950). Più di 100 uomini si offrirono volontari per lo studio come alternativa al servizio militare.

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  • E’ bene per tutti tenere sempre in considerazione la quantità di acqua da assumere quotidianamente, differente a seconda dell’età, del sesso, della costituzione fisica e dell’attività fisica svolta.

    L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la raccomanda come indispensabile per la nostra salute ed anche come un toccasana per ridurre infezioni urinarie, calcoli renali e rischio di tumori alla vescica. Bisogna fare attenzione anche al cibo che introduciamo, infatti frutta e verdura contengono naturalmente liquidi, quindi vanno comunque considerate nel calcolo del nostro fabbisogno.

    I medici consigliano di bere in qualunque momento della giornata, ma l’ideale è appena si avverte lo stimolo della sete, inviato dall’ipotalamo; se si beve di continuo, invece, si altera la capacità del cervello di mandare questo segnale. Per quanto riguarda il tipo di acqua, se non si soffre di particolari malattie, si può bere tranquillamente l’acqua del rubinetto, controllata ed ecologica, in quanto ci fa produrre anche meno rifiuti.

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  • In sintesi… abbiamo una buona notizia e una cattiva notizia! La cattiva notizia è che non possiamo modificare gli eventi e non possiamo scappare da nessuna parte. Cioè, questo momento così come lo stiamo vivendo è immodificabile nel breve periodo.

    Chi voglio essere durante il COVID-19?

    Chi voglio essere in questa fase Covid-19? Siamo tutti passati per la prima zona, dobbiamo avvicinarci alla terza zona di crescita passando per l’apprendimento. Cosa significa?

    Penso che molti abbiano passato anche un momento di “negazione” cioè un momento in cui sembrava non fosse vero/possibile che il coronavirus fosse arrivato in Italia, era una roba che riguardava la Cina! Non ci aspettavamo che potesse coinvolgere la nostra Emilia, le nostre vite. Quindi abbiamo “negato”. Quando poi ci siamo resi conto che era proprio qui, abbiamo cominciato ad avere PAURA e le reazioni sono state effettivamente quelle descritte nella figura: le corse ai supermercati e alle farmacie, paura, rabbia e irritabilità. Abbiamo poi cominciato ad accumulare sempre più informazioni ma in modo caotico. In questa seconda zona di APRENDIMENTO è necessario quindi cercare di riordinare le idee e di rintracciare le informazioni più scientifiche, verificando l’autenticità delle fonti e allo stesso tempo, prendendo coscienza delle nostre emozioni che così impariamo a gestirle. Dobbiamo spostarci sempre di più nella zona della CRESCITA e della CONSAPEVOLEZZA. È lì che dobbiamo stare per vivere al meglio questo difficile momento. Trovare uno scopo significa che le nostre giornate, il nostro tempo dobbiamo incanalarlo verso scopi, obiettivi e passioni, limitatamente alle nostre possibilità e caratteristiche personali. Dobbiamo pensare agli altri e mettere a disposizione i nostri talenti, le nostre abilità verso chi ha bisogno. Vivere il presente senza malinconie per il passato o ansie per il futuro, dobbiamo ACCETTARE questo momento e cogliere l’opportunità di questo tempo che inevitabilmente fatichiamo a gestire in questa misura. È necessario un adattamento. È cambiato all’improvviso il vento e ci siamo trovati a gestire una tempesta, dobbiamo quindi essere consapevoli che stiamo facendo del nostro meglio, sappiamo che passerà la tempesta, ci vorrà un po’ di tempo perché torni l’arcobaleno ma dobbiamo essere fiduciosi e lavorare insieme, infondere speranza e allo stesso tempo agire con saggezza e consapevolezza. Non abbiamo a disposizione pozioni magiche, dobbiamo lavorare, ognuno con le proprie risorse, tutti insieme e affrontare la tempesta. Rimaniamo saldi alla zona di crescita praticando la calma e ringraziamo tutti coloro che stanno lavorando, per primi i medici, e i ricercatori, tutto il personale sanitario, ma anche coloro che lavorano nella filiera produttiva, e un enorme GRAZIE anche a chi resta a casa!

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  • 22 Novembre 2019 /  adolescenti, alimentazione

    La terapia cognitivo comportamentale migliorata per i disturbi dell’alimentazione adattata per pazienti adolescenti (CBT-Ea) ha mostrato risultati promettenti in studi di coorte condotti presso centri clinici di ricerca, grazie ai quali è stata raccomandata dalle linee guida del National Institute of Clinical Excellence come valida alternativa al trattamento basato sulla famiglia (FBT).

    Un recente studio italiano, appena pubblicato sull’International Journal of Eating Disorder, eseguito in un centro ambulatoriale di Verona, fornisce ulteriori evidenze sull’efficacia della CBT-E in pazienti adolescenti con anoressia nervosa trattati però nel mondo reale da psicologi-psicoterapeuti che hanno completato il CREDO Web-centered training nella CBT-E (https://credo-oxford.com/9.2.html).

    Lo studio ha lo scopo di valutare gli esiti e i predittori di cambiamento in 49 adolescenti con anoressia nervosa e un percentile di Indice di Massa Corporea (IMC) corrispondente ad un IMC < 18,5 kg/m² negli adulti, trattati con 40 sedute in 40 settimane di CBT-Ea.

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  • Stephanie Carruthers è una hacker buona, una white hat conosciuta come Snow, che annovera tra i suoi clienti aziende e startup di successo. Nel 2014, ha vinto la gara Social Engineering Capture the Flag, in occasione del DEF CON, uno dei congressi sull’hacking più famosi e importanti al mondo. Conduce spesso convention sul mondo dell’hackeraggio e condivide la sua esperienza con le aziende che desiderano potenziare la loro sicurezza online.

    Tramite Twitter abbiamo fatto a Snow alcune domande sul lavoro che svolge e sulle dritte da seguire per essere più sicuri in rete.

    Chi è un hacker “white hat” di preciso?

    Un hacker white hat è un hacker etico. Nello specifico, sono un ingegnere sociale, ovvero una sorta di hacker delle persone. Una delle spiegazioni più semplici per chiarire ciò che faccio è “Mento e mi introduco nei sistemi.” Conduco diversi tipi di valutazioni, come quelle sulle campagne di phishing e le stime sulla sicurezza fisica. Svolgo il mio lavoro con l’obiettivo di mostrare ai miei clienti dove si trovano le loro vulnerabilità così che possano porvi rimedio prima che un aggressore vero e proprio le trovi.

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  • 16 Novembre 2017 /  adolescenti, bambini, disagio, emozioni

    “Tutto quello che è comodo è stupido, scrivetelo nella camera dei vostri ragazzi. E una scuola che non boccia è una scuola marcia”. Lo psichiatra Paolo Crepet parla dei danni che gli adulti e la scuola fanno ai nostri ragazzi.

    “Una scuola che non boccia è una scuola marcia. Un quattro in un’interrogazione è per uno studente un’esperienza mistica. E invece…”. E invece “stiamo costruendo una società in cui gli adulti vogliono il male di coloro che hanno messo al mondo. La vera trasgressione oggi è studiare, fare le cose fatte bene”. E invece? E invece “un professore universitario mi ha appena detto che i libri di più di 400 pagine non devono passare. Vuol dire che abbiamo già detto ai nostri figli che non ce la faranno mai”. Non usa mezzi termini lo psichiatra Paolo Crepet, durante la presentazione del suo ultimo libro intitolato “Il coraggio”, edito da Mondadori, per descrivere la gravissima situazione in cui versano le più giovani generazioni.  Continua a leggere »

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