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Coronavirus – alcune precisazioni

Coronavirus – alcune precisazioni

Come spesso accade quando c’è di mezzo l’epidemiologia, questo nuovo Coronavirus con epicentro nella città di Wuhan, in Cina, sta generando panico, basato per lo più su notizie non correttamente interpretate. L’idea che “non ce la stiano raccontando tutta” e altre bufale più o meno fantasiose, come quella secondo cui il virus sarebbe stato prodotto in laboratorio, stanno circolando in rete e sui media mainstream, rimbalzati da una parte all’altra del mondo. Al tempo stesso la buona notizia è che le istituzioni dei governi nazionali (ministeri, istituti di sanità, università, ospedali, medici) stanno facendo finora un buon lavoro, rispetto a epidemie precedenti, per diffondere il più possibile tramite i social network il reale fact-check della situazione. Vediamo come stanno le cose, dati alla mano.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel rapporto giornaliero diffuso la sera del 26 gennaio ha confermato che “la valutazione sul rischio non è cambiata da quella condotta il 22 gennaio: il rischio è molto alto in Cina, alto a livello regionale e alto a livello globale. La buona notizia è che nonostante il rischio potenziale sia elevato, con adeguate misure di sicurezza legate anzitutto agli aeroporti possiamo arginare eventuali ulteriori casi fuori dalla Cina”.

«La prima cosa da dire è che è la prima volta che è stato messo in atto un sistema di controllo coordinato a livello globale, anche grazie a quanto abbiamo imparato dalle epidemie passate», racconta a Valigia Blu Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università Statale di Milano e Direttore Sanitario dell’IRCCS Galeazzi del Gruppo San Donato. «Non possiamo escludere a priori la possibilità di un caso in Italia, ma anche fosse sappiamo come contenerlo. Questo nuovo Coronavirus è sicuramente un’allerta, ma al di là dei numeri ballerini, o dei primi casi che potrebbero essere sfuggiti, la dimensione attuale dal momento è un focolaio, che grazie alla quarantena in Cina e ai controlli aerei nel resto del mondo, stiamo controllando».

Al momento della stesura di questo articolo [ndr, 28 gennaio 2020, ore 9], l’epidemia di Coronavirus 2019-nCoV ha colpito più di 4500 persone(si tratta di casi confermati in laboratorio), 65 al di fuori della Cina e 4 in Europa (3 in Francia e 1 in Germania, in Baviera), provocando 107 morti, queste ultime tutte in Cina. Rispetto al caso in Germania, il Ministero della Salute tedesco ha dichiarato che al momento il rischio di contagio per la popolazione tedesca è molto basso. L’uomo, attualmente in buone condizioni, è stato messo in isolamento.

I numeri cambiano ogni giorno e molti sono i dubbi che i dati riportati dalle autorità cinesi non siano completi, rispetto all’inizio dell’epidemia. Al momento per conoscere i dati affidabili è consigliabile tenere monitorati i siti web e i relativi profili Twitter dell’ECDC e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre un team della Johns Hopkins University americana ha messo a punto una piattaforma che mappa la situazione in tempo reale.

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