• 30 Ottobre 2009 /  rassegna stampa

    NEUROECONOMIA

    Uno studio ha fotografato il cervello quando proviamo questa sensazione: sia da protagonisti che da spettatori si attivano le stesse regioni cerebrali – da Repubblica Scienze

    <b>Delusi per noi o per gli altri<br/>con il neurone del rimpianto</b>

    QUELLA sensazione, fatta di delusione, frustrazione, impotenza, che ci assale dopo aver sfiorato un successo e che non ci fa smettere di pensare che sarebbe potuta andare diversamente – in una parola, il rimpianto – talvolta la proviamo anche quando assistiamo da spettatori alle disavventure e ai mancati successi altrui. E’ la ragione che avrebbe portato al successo tante trasmissioni televisive, i quiz che da ‘Lascia o raddoppia’ fino al ‘Milionario’, hanno incollato allo schermo intere generazioni di telespettatori, coinvolti nelle domande e risposte come se i concorrenti fossero proprio loro, e non quelli presenti negli studi televisivi. “Se ciò accade non è perché siamo interessati al destino di qualche sconosciuto, ma perché gli spettatori si rispecchiano in quelle emozioni come fossero le loro”, dice Matteo Motterlini, ordinario di Filosofia e coautore di uno studio multidisciplinare e tutto italiano che cerca di capire cosa accade nel cervello quando si prova la sensazione del rimpianto.

    Se la comprensione del perché arriviamo talvolta a identificarci nelle emozioni altrui è ancora lontana, un contributo importante alla causa potrebbe darlo proprio questo studio: fotografando letteralmente il cervello quando si apprende l’esito di alcuni eventi, gli autori avrebbero notato come esso si comporti alla stessa maniera anche quando siamo semplici spettatori di vicende altrui. Continua a leggere »

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  • Si tratta di una disciplina scientificamente fondata, la cui validità è suffragata da centinaia di studi, per la diagnosi e la cura in tempi brevi di alcuni disturbi psicopatologici:

    Depressione e disturbo bipolare – Ansia, fobie, attacchi di panico e ipocondria – Ossessioni e compulsioni – Ansia o preoccupazione generalizzate – Disturbi alimentari (anoressia, bulimia, disturbo dell’alimentazione incontrollata) – Stress, disturbi psicosomatici e cefalee – Disfunzioni sessuali (eiaculazione precoce, anorgasmia, disturbi del desiderio sessuale) – Abuso e dipendenza (alcool, droghe, gioco) – Disturbi della personalità – Insonnia – Difficoltà a stabilire e mantenere relazioni sociali e comportamenti impulsivi – Problemi di coppia – Difficoltà nella scuola o nel lavoro – Bassa autostima.  La psicoterapia cognitivo-comportamentale, come suggerisce il termine, combina due forme di psicoterapia estremamente efficaci:

    La psicoterapia comportamentale: aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona ha in tali circostanze, mediante l’apprendimento di nuove modalità di reazione. Aiuta inoltre a rilassare mente e corpo, così da sentirsi meglio e poter riflettere e prendere decisioni in maniera più lucida.
    La psicoterapia cognitiva: aiuta ad individuare certi pensieri ricorrenti, certi schemi fissi di ragionamento (belief) e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni negative che vengono percepite come sintomi e ne sono la causa, a correggerli, ad arricchirli, ad integrarli con altri pensieri più oggettivi, o comunque più funzionali al benessere della persona. Continua a leggere »

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  • 12 Gennaio 2009 /  depressione, psicopatologia
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    Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali del 1994 (DSM-IV), i sintomi della depressione sono i seguenti.

    Se soffrite di depressione, probabilmente presentate molti di questi sintomi (ma non necessariamente tutti). Teniamo sempre presente che la diagnosi deve essere fatta da uno specialista, queste informazioni sono quindi da ritenere una prima indagine che può farvi inquadrare alcuni dei sintomi all’interno di una quadro che non è necessariamente patologico.

    La depressione è un disturbo molto frequente – per questo ne diamo indicazione in queste pagine – ma non è il solo disturbo con i sintomi riportati più sotto. Appartiene infatti alla “categoria” dei Disturbi dell’Umore, caratterizzati infatti da sintomi che interessano l’umore, provocando oscillazioni in alcuni casi o situazioni critiche in altri tali da mettere in difficoltà la persona stessa o i propri familiari e amici. Continua a leggere »

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