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    da mondobenessereblog

    Uno studio recentissimo ha paragonato il cervello umano a una pila, definendo la depressione come un “livello basso” di energia nel cervello. A partire da questo presupposto è stata formulata un’ ipotesi per “ricaricare il cervello depresso” di energia, proprio con della corrente elettrica, innocua ed indolore. L’ idea è arrivata dal Policlinico Ospedale Maggiore di Milano, i cui ricercatori hanno messo a punto due elettrodi da applicare alla fronte del paziente, collegati ad uno stimolatore elettrico. Dopo una sperimentazione su 14 pazienti, sembra che questi abbiano riportato un marcato miglioramento da questa malattia.
    Ma che questa terapia sia o no valida, la cosa importante in caso di depressione è saperla riconoscere per tempo, poer poter così cominciare a uscirne… Che cos’è la depressione? Come riconoscerla? Quante volte ci capita, in un momento di sconforto di dire “sono depressa”? Ma lo siamo veramente?
    Addentriamoci allora in quella che è la malattia dell’ umore più diffusa.

    COS’ E’ LA DEPRESSIONE
    La depressione è una patologia dell’ umore caratterizzata da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire in maniera da lieve a grave il tono dell’ umore, compromettendo il “funzionamento” di una persona, nonché le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale. La depressione non è quindi un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo esterno.

    La depressione talvolta (nei casi più gravi) è associata ad ideazioni di tipo suicida o autolesionista, e quasi sempre si accompagna a deficit dell’ attenzione e della concentrazione, insonnia, disturbi alimentari, estrema ed immotivata prostrazione fisica.

    TIPI DI DEPRESSIONE
    La depressione fa parte dei disturbi dell’ umore, insieme ad altre patologie come la mania e il disturbo bipolare.
    La depressione può assumere la forma di un singolo episodio transitorio (si parlerà quindi di episodio depressivo) oppure di un vero e proprio disturbo (si parlerà quindi di disturbo depressivo). L’ episodio o il disturbo depressivo sono a loro volta caratterizzati da una maggiore o minore gravità. Quando i sintomi sono tali da compromettere l’ adattamento sociale si parlerà di disturbo depressivo maggiore, in modo da distinguerlo da depressioni minori che non hanno gravi conseguenze e spesso sono normali reazioni ad eventi luttuosi.

    SINTOMI DELLA DEPRESSIONE
    L’ episodio depressivo maggiore è caratterizzato da sintomi che durano almeno due settimane, causando una compromissione significativa del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti della vita. Fra i principali sintomi si segnalano:

    1- Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come osservato da altri.
    2- Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (anedonia).
    3- Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’ appetito quasi ogni giorno.
    4- Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
    5- Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.
    6- Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
    7- Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno.
    8- Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno.
    9- Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l’ elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.

    Per parlare di episodio depressivo maggiore è necessaria la presenza di almeno cinque dei sintomi sopra elencati.

    Nella maggior parte dei casi, però, la depressione si configura come disturbo depressivo maggiore, cioè un decorso clinico caratterizzato da più episodi depressivi maggiori. Nel 50-60% dei casi, infatti, un episodio depressivo maggiore sarà seguito da un ulteriore episodio depressivo, portando quindi alla formazione di un disturbo depressivo.

    ALTRI TIPI DI DEPRESSIONE
    Oltre alla depressione esistono altri disturbi dell’ umore di tipo depressivo. Fra i principali:

    distimia (o disturbo distimico): presenza di umore cronicamente depresso, per un periodo di almeno due anni. In questo caso i sintomi depressivi, nonostante la loro cronicità, sono meno gravi e non si perviene mai a un episodio depressivo maggiore:
    disturbo dell’ adattamento con umore depresso: è conseguenza di uno più fattori stressanti e si manifesta in genere entro tre mesi dall’inizio dell’evento con grave disagio psicologico e compromissione sociale. Solitamente eliminato il fattore di stress, tale depressione scompare entro 6 mesi;
    depressione secondaria: depressione dovuta a malattie psichiatriche e non, o a farmaci. Spesso, infatti, alcune malattie mostrano come primi sintomi variazioni del tono dell’umore, fra le quali: sclerosi multipla, morbo di Parkinson, tumore cerebrale, morbo di Cushing, lupus eritematoso sistemico;
    depressione reattiva: depressione dovuta ad un evento scatenante come un lutto, una separazione, un fallimento, i cui sintomi, però, si dimostrano eccessivamente intensi e prolungati rispetto alla causa scatenante. Al suo interno si possono collocare i disturbi dell’adattamento e le reazioni da lutto;
    depressione mascherata: depressione che si manifesta principalmente con sintomi cognitivi, somatici o comportamentali, a dispetto di quelli affettivi. In realtà vengono semplicemente amplificati aspetti non affettivi della depressione.

    Infine, fra gli altri disturbi dell’ umore che includono sintomi depressivi, si possono citare i disturbi bipolari, cioè patologie dove vi è alternanza di episodi depressivi maggiori o minori con episodi maniacali o ipomaniacali.

    La classificazione non si riduce semplicemente a queste poche categorie. Esistono varie sottocategorie e depressioni tipiche di alcuni eventi particolari, come ad esempio la depressione post-partum.

    DIFFUSIONE DELLA DEPRESSIONE
    La depressione è la prima causa di disfunzionalità nei soggetti tra i 14 e i 44 anni di età.La depressione e la distimia sono maggiormente presenti nelle donne in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini, ma solo dopo l’ età puberale. Secondo il DSM IV la prevalenza del disturbo depressivo maggiore in età adulta è del 10-25% nelle donne e del 5-12% negli uomini. La probabilità di avere un episodio depressivo maggiore entro i 70 anni è del 27% negli uomini e del 45% nelle donne; cifre che dimostrano in modo chiaro l’ ampia diffusione di questa patologia. Inoltre dal 1940, nei paesi industrializzati, tende costantemente ad aumentare la prevalenza di tale disturbo e ad abbassarsi l’ età media d’insorgenza.

    Molti studi dimostrano anche una sostanziale continuità della depressione lungo l’ intero arco di vita; infatti circa l’80% dei bambini con disturbo depressivo tende a presentare la stessa patologia anche in età adulta.

    LE CAUSE DELLA DEPRESSIONE
    Le cause che portano alla depressione sono ancora oggi poco chiare. Inizialmente vi erano due correnti opposte di pensiero, una che attribuiva maggiore importanza alle cause biologiche, l’ altra a quelle psicologiche. Oggi i dati disponibili suggeriscono che la depressione sia una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici.

    LE CURE PER LA DEPRESSIONE
    La terapia d’ elezione nei trattamenti somatici è a base di psicofarmaci, ma non è l’ unica. Gli psicofarmaci hanno il compito di normalizzare l’ equilibrio alterato dei neurotrasmettitori.
    I farmaci per curare la depressione vengono detti antidepressivi e in generale si possono dividere in tre grandi categorie:

    – gli antidepressivi triciclici (ATC)
    – gli antidepressivi inibitori delle monoaminossidasi (I-MAO)
    – gli antidepressivi a struttura non triciclica o di seconda generazione

    Alcuni anti-depressivi possono causare interazioni e disturbi negativi con l’ assunzione di formaggi, alcuni vini e birre, fegato, trippa, aringhe, fagioli, banane, fave e fichi.

    Gli antidepressivi di nuova generazione sono divisi in cinque gruppi:

    – Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) che comprende Fluoxetina, Fluvoxamina, Paroxetina, Sertralina, Citalopram ed Escitalopram.
    – Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (NSRI o SNRI), rappresentati principalmente dalla Venlafaxina e dalla Duloxetina.
    – Antidepressivi serotoninergici specifici e noradrenergici (NaSSA), che hanno il loro capostipite nella Mirtazapina.
    – Inibitori selettivi della ricaptazione della noradrenalina (NaRI) che hanno il loro capostipite nella Reboxetina
    – Recentemente (marzo 2008) in Italia è stato ammesso in commercio il Bupropione antidepressivo che appartiene al gruppo degli NDRI (inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina).

    Questi antidepressivi sono più specifici e quindi i loro effetti collaterali sono leggermente ridotti.

    Le terapie con farmaci antidepressivi devono essere assunte per un tempo variabile dalle 2 alle 4-6 settimane prima di ottenere un effetto antidepressivo (latenza rispetto alla efficacia antidepressiva). Secondo alcuni studi clinici questo tempo di latenza è più breve per gli antidepressivi nuovi. È indispensabile che il paziente e i familiari siano al corrente di questo tempo di latenza, dato che potrebbero essere indotti a sospendere le terapie ritenendole inefficaci.

    UN RIMEDIO NATURALE: L’ IPERICO
    L’ unico prodotto naturale con dimostrate proprietà antidepressive è l’ Iperico (noto anche come Erba di S. Giovanni). In funzione antidepressiva vengono utilizzati con buoni risultati anche stabilizzanti dell’ umore, come i sali di Litio, agonisti della dopamina come il pramipexolo e altri farmaci non classificati come antidepressivi.

    ALTRI TRATTAMENTI SPERIMENTALI
    Esistono altri trattamenti somatici che possono essere utilizzati per curare la depressione, come la terapia elettroconvulsiva, la fototerapia e la deprivazione da sonno. Si tratta di terapie molto discusse e contestate, o comunque, ancora sperimentali e non provate scientificamente.

    LA PSICOTERAPIA
    Esistono moltissimi tipi di interventi psicologici sulla depressione. Alcune delle psicoterapie possibili sono ad esempio:

    1- Terapia cognitiva
    2- Terapia comportamentale
    3- Terapia a orientamento psicoanalitico
    4- Psicosintesi
    5- Psicoterapia di sostegno
    6- Terapia di gruppo
    7- Terapia familiare
    8- Comicoterapia
    9- Training autogeno
    10- Psicoterapia struttural-dialettica

    Per molto tempo si è ritenuto che gli interventi psicologici sulla depressione avessero una scarsa o nulla efficacia. Oggi, invece, è ampiamente dimostrato che esistono varie terapie efficaci nel contrastare la depressione, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale.

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    Pubblicato da Maria Pia Bagnato Bulgarelli @ 13:10

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